RESTAURO CONSERVATIVO DEL DIPINTO AD OLIO

"Sansone e i Filistei"

 

ANALISI:


L'opera è un dipinto su tela di lino del 1891, eseguito per mano di Pasquale Carmosino, a soli diciotto anni. Il tempo ha portato il dipinto ad un degrado che ha interessato la struttura completa dell’opera, dall’estremità dei vincoli del suo telaio all’assetto cromatico più interno, allo scollamento del film pittorico. Il telaio presenta una struttura in legno di abete rettangolare non espandibile non essendo state previste chiavi di tensionamento. La tela, precariamente tensionata al telaio, presenta degrado fisico. Il tessuto in lino, allentato sulla
struttura di sostegno, rivela sul
recto il disegno di una lieve impronta perimetrale del telaio ed una ben più evidente formazione di borse e ondulazioni su tutta la superficie. Lacerazioni,
deformazioni, lacune e toppe interessano l'intera opera e soprattutto le zone perimetrali dove i chiodi
di ferro (sellerine) ed altri elementi associati, hanno originato un degrado fisico
delle fibre del tessuto. Tutta la superficie della tela è ricoperta da depositi polverosi. La pellicola pittorica è estremamente debole, sollevata, lacunosa e crettata: ogni campitura presenta differenti problemi di adesione e coesione a seconda degli spessori delle varie stesure. La vernice, sottile e compatta, si è irrigidita ed allo stesso tempo infragilita. La priorità per questo dipinto è sicuramente stata il fissaggio della fragilissima pellicola pittorica che, ad ogni sollecitazione, rischiava di perdere dei frammenti. E’ stato necessario, prima di eseguire questa operazione, un intervento per la delicata pulitura di questa complessa superficie, affinché i residui di sporco rimovibili non venissero ad interferire durante la velinatura.


VELINATURA

Ho iniziato con la velinatura della superficie pittorica con carta giapponese da 13 gr. carta non soggetta a ritiro tagliata in rettangoli 30x20, sovrapposti ai margini per 1 cm circa, fissati a pennello con colla di coniglio riscaldata a bagnomaria e diluita con acqua. La "velinatura" oltre a proteggere la pellicola pittorica durante le operazioni di restauro, attua un immediato consolidamento della pellicola pittorica e una volta rimossa contribuisce ad una prima superficiale pulitura. Dopo che i velatini sono stati fissati ed essiccati, ho rimosso il dipinto dal telaio originale.


PULITURA DEL VERSO

Una volta messa in sicurezza la pellicola
pittorica, ho girato il dipinto a faccia in giù e ho iniziato la pulizia del verso rimuovendo i vecchi interventi di restauro. Attraverso l'ausilio di pennelli a setola morbida e aspiratore ho poi rimosso la polvere e la sporcizia accumulata nel tempo.

Successivamente con una lama ricurva e carta vetrata n°120 ho cercato di sgranare i fili della vecchia tela per rompere la trama così da evitare tensionamenti inopportuni una volta incollata alla nuova.  


FODERATURA

Indispensabile
in questo caso una foderatura completa del dipinto. Ho scelto come metodologia una foderatura con termocollante sintetico (Beva 371) per le sue proprietà di protezione dalle continue variazioni dovute alle sollecitazioni ambientali in considerazione del luogo di conservazione di questo dipinto. Per prima cosa ho tensionato la tela da rifodero (tela pattina Belga 100% lino, battute 13x9) su un telaio interinale in legno di abete 140x180. Ho bagnato la tela con acqua bollente più volte e dopo l’asciugatura, presentandosi allentata, l'ho ulteriormente tesa. Ho preparo la superficie stendendo ad aerografo la resina sintetica (diluita 1:1con white spirit). Anche sul verso del dipinto ho steso a pennello il Beva 371 che penetrando attraverso la tela aiuterà anche il consolidamento della pellicola pittorica. Dopo aver lasciato evaporare il solvente per qualche ora, ho adagiato la tela originale sulla tela da rifodero e con l'ausilio di un ferro da stiro con supporto in teflon (interposto tra ferro e tela) ho proceduto alla stiratura dal recto ad una temperatura di circa 65°C esercitando una leggera pressione per permette l'incollaggio delle due tele.


REINTELAIATURA

Il vecchio telaio ligneo vanta buone condizioni di conservazione, con una miscela di petrolio e insetticida ho siringato tutti i forellini prodotti dalle tarme. Ho aggiunto espansori metallici in quanto non erano state previste chiavi di tensionamento. Ho posizionato il dipinto sul telaio messo in trazione con l'apposita pinza da rifodero e fissato con delle sellerine (chiodo a sezione quadrata e testa larga) n°12 a una distanza di 5 cm. l'una dall'altra. Ho tagliato la tela in eccesso poi ripiegata sul retro e fermata con carta gommata.



RIMOZIONE DELLA VELINA

Ho rimosso la velina inumidendola con acqua tiepida per mezzo di una spugna marina ben strizzata. I residui di velina e colla sono stati poi asportati con una lama ricurva.


PULITURA DEL RECTO

Rimediata la precarietà della pellicola pittorica, ho testato la superficie con prove di pulitura effettuate aprendo dei piccoli tasselli di riferimento dove sono stati testati singoli solventi o miscele di essi considerandone la loro efficacia. Ho scelto di usare una miscela al 50% di acetone e diluente nitro in emulsione con detergente liquido neutro, applicata a tampone e lasciata poi agire per pochi secondi, l'ho neutralizzata lavando la superficie con un batuffolo di cotone imbevuto di essenza di petrolio, ritrovando così le originali cromie del dipinto. 


LA STUCCATURA

Ho effettuato la stuccatura a spatola con gesso di Bologna stemperato con colla di coniglio facendolo depositare all’interno delle lacune lasciate dal distacco della pellicola pittorica. Dopo l'essiccazione ho livellato le parti raschiando l’eccesso di gesso con una lama ricurva.








REINTEGRO PITTORICO




La ricostruzione del tessuto cromatico garantisce una corretta lettura dell’immagine. Ho eseguito l’operazione con tecnica imitativa. È questo un vero e proprio intervento imitativo, che non permette di “leggere” le parti inserite durante il restauro.


PROTEZIONE DEL DIPINTO




Ho eseguito l'operazione finale di verniciatura per nebulizzazione al fine di non compromettere l'intervento di ritocco pittorico. Ho adoperato una vernice finale (resina gomma dammar) che possiede un notevole potere adesivo e ingiallisce poco con l’invecchiamento. Per un migliore effetto finale del dipinto ho miscelato la vernice lucida con quella opaca al 50%, ottenendo così una finitura satinata che consente una migliore rifrazione della luce.


RESTAURO DELLA CORNICE

Il primo intervento è stato di consolidamento della struttura. Dopo aver rincollato gli angoli di giunzione sul retro degli stessi ho applicato angolari in metallo. Successivamente ho provveduto alla disinfestazione di eventuali tarme con essenza di petrolio. Ho effettuato una pulitura a fondo della cornice essendo questa particolarmente sporca e incrostata di polvere accumulata nel tempo. Con alcool acetone ed uno spazzolino da denti ho lavato delicatamente la superficie dorata facendo molta attenzione a non logorare il sottile strato
di oro. Sono passato poi alla stuccatura ed alla ricostruzione dei pezzi mancanti con gesso di Bologna e colla di coniglio stesi a caldo. Essiccate le stuccature le ho scartavetrate e successivamente levigate con carta abrasiva.


APPRETTATURA

Ho steso il bolo color rosso mattone a caldo precedentemente miscelato con acqua e colletta riscaldata.




APPLICAZIONE DELLA FOGLIA D'ORO

Una volta asciugate la superfici stuccate le ho bagnate una parte per volta con colla di coniglio allungata con acqua e vi ho fatto aderire la foglia d'oro prelevata molto delicatamente con un pennello di pelo di vaio.


LA BRUNITURA

Una volta asciutta completamente la foglia d'oro l'ho lucidata con un brunitore in pietra d'agata.